Martedì 15 Novembre | Libri & Caffè

Ogni mese ci ritroviamo davanti a un caffè fumante e a biscottini squisiti per parlare di un libro che abbiamo letto. E’ un momento che ci ritagliarci per stare insieme con persone che condividono la grande passione per la lettura, parlando e analizzando un testo che ognuno di noi ha precedentemente letto.

Il prossimo appuntamento è per martedì 15 novembre alle 15.30 alla Società Umanitaria in Via San Barnaba, 48 – Sala D’Ars con un bellissimo libro di Franz Werfel (Adelphi, 1991) “Una scrittura femminile azzurro pallido”.

Ne parleremo con Mauro Cerana, libraio e Daniele Pizzagalli, critico letterario.

Vi allego il programma completo.

Sono certa che se riuscirete a venire tornerete di certo!

Siamo a Vienna, nel 1936. Un alto funzionario ministeriale, sposato a una bella e ricca dama viennese, apre una mattina una lettera. Sulla busta riconosce una scrittura femminile azzurro pallido. Quella lettera si insinua immediatamente, come una lama, nella sua vita troppo levigata e la disarticola dall’interno.
Apparentemente, in poche righe molto formali, la scrivente chiede l’aiuto del potente funzionario per trasferire in una scuola viennese un giovane tedesco di diciotto anni. Ma, per il destinatario, quelle righe cifrate significano il riaffiorare di un amore di molti anni prima, un amore cancellato con ogni cura.E il giovane ignoto non sarà forse un figlio ignorato? Quella storia, che ora giace nella memoria del brillante funzionario come «una tomba interrata che nessuno riesce più a localizzare», era stata forse il più grande, forse l’unico vero amore della sua vita.
Ma al tempo stesso era qualcosa che il suo «cuore guasto» aveva dovuto eliminare. La feroce coazione ad adeguare la propria vita alle esigenze della società (e qui si tratta dell’alta società viennese, magistralmente accennata conpiccoli tocchi), quasi un secondo parto operato da un ostetrico di se stesso, hanno distaccato quest’uomo – l’elegante, garbato, impeccabile León – da qualsiasi altro elemento della sua esistenza, dalle sue origini incerte e povere come anche da quella passione inaccettabile. Werfel è riuscito qui a creare una coincidenza fra indagine psicologica e analisi sociale che è quasi disturbante per la sua precisione.
Di fatto, l’amante abbandonata è ebrea – e la volontà di cancellarla assume una coloritura livida data dal tempo e dalle circostanze.