Ricordare oggi qui Luigi Buffoli è la sede ideale, perché è in queste sale che questo importante personaggio milanese (benché nativo di Chiari nel bresciano) ha lasciato il segno con quella Unione Cooperativa che all’inizio del ‘900 era ormai la più importante cooperativa di consumo d’Italia (tra i soci anche il Re Umberto I). Forse è colpa della sua modestia e della sua semplicità, nonostante fosse riconosciuto come uno dei cooperatori più importanti del nostro Paese. E proprio mutualità, previdenza, equità, modernità sono le parole-chiave che meglio lo contraddistinguono.
Tanto è vero che non pensava solo al profitto, ma anche alle condizioni di lavoro dei suoi dipendenti: introducendo misure avveniristiche per i suoi tempi, come l’orario di lavoro ridotto a otto ore, il riposo festivo e la cassa di previdenza per i dipendenti, misure già introdotte a fine ‘800 quando non esisteva ancora la Camera del Lavoro.
Ha creato dal nulla un impero commerciale (l’Unione Cooperativa), con numerosi punti vendita, una clientela affezionata e una comunicazione pubblicitaria intraprendente (di cui i cataloghi illustrati erano una rarità): 136 soci nel 1876, oltre 10.000 soci nel 1910.
Ha costruito ex novo un intero quartiere (il Milanino), alle porte di Milano, con tantissimo verde, abitazioni che oggi sono lussuose e all’epoca innovative e curate.
Ma si è anche impegnato nel sociale, realizzando il primo Albergo Popolare della nostra città (seguito dal Dormitorio popolare): e per farlo, metodico e preciso, decise di organizzare un tour notturno nelle bettole e nelle stamberghe milanesi accompagnato da un “pattuglione” della Pubblica Sicurezza, con fotografo al seguito: era il dicembre del 1898
Tutto questo Buffoli lo fece senza mai chiedere favori, tenendosi sempre alla larga dai partiti politici, perché “la politica è grandemente dannosa alle nostre istituzioni, la cui maggior forza deriva dal numero dei soci e della loro concordia, numero che diviene grande, concordia che si mantiene, se la politica tace”. (1905)
Insomma, Luigi Buffoli è stato un vero imprenditore filantropo, a cui va il merito di aver saputo fondere insieme il meglio del management, del commercio, della solidarietà, trasformando una semplice “scatola di cravatte” in una monumentale corporate al servizio della collettività, diventando il simbolo sia dell’efficienza sia dell’operosità tipicamente milanesi, antesignane di quel welfare ambrosiano che è tuttora un unicum in Italia.